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Un viaggio “on the road” alla scoperta del Sud-Ovest della Sardegna fra cultura, archeologia, storia, miniere, spiagge con panorami mozzafiato e dune che ricordano il deserto, passando per zone selvagge e poco battute dal turismo di massa.
Arrivo all’aeroporto di Cagliari Elmas con i primi voli del mattino. Ritiro della macchina a noleggio in aeroporto e trasferimento in hotel.
Intera giornata alla scoperta di Cagliari.
Il centro storico è diviso in quartieri storici: Villanova, Castello, Stampace, Marina. Ognuno di essi merita una visita, da fare rigorosamente a piedi.
Il principale è sicuramente Castello, che sorge a circa 100 metri sul livello del mare su un colle calcareo che offre una vista sul porto e sul sottostante quartiere di Stampace. Fu costruito dai Pisani nel XII secolo in arenaria di colore giallastro. Qui potrete passeggiare sui bastioni perfettamente conservati e che offrono panorami da cartolina, ammirare le torri dell’Elefante e di San Pancrazio, la cattedrale in splendido stile gotico-pisano, lasciarvi conquistare dalle viuzze strette e dai bei palazzotti sapientemente ristrutturati.
Vi sposterete poi alla spiaggia cittadina “il Poetto”, alle cui spalle si trovano le saline, che si colorano di rosa nei giorni in cui soffia il maestrale. Qui potrete osservare colonie di fenicotteri.
Altra tappa sarà la basilica di Bonaria, caratterizzata dalla facciata candida eretta su un ampio piazzale da cui si dipartono infiniti scalini che si affacciano sul porto di Su Siccu.
La leggenda narra che nel 1370, nel mezzo di una tempesta, una nave si liberò del carico. La bufera si placò appena gettata in mare una pesante cassa, che approdò sulla riva di fronte al colle di Bonaria. Dentro c’era una statua lignea: la Madonna con in braccio il bambino e in mano una candela, rimasta prodigiosamente accesa. In tutta la Sardegna si diffuse la devozione per la statua, che oggi è custodita nell’altare del piccolo santuario, primo esempio sardo di architettura gotico-catalana.
Prima colazione in hotel. Si parte verso la regione della Marmilla.
A Barumini si visiterà Su Nuraxi, l’area archeologica più importante e imponente della Sardegna, Patrimonio dell’umanità Unesco, venuta alla luce dai primi scavi del 1950. Il mistero che avvolge la civiltà nuragica in Sardegna è qualcosa di fantastico da raccontare.
Sempre a Barumini andrete al polo museale “Casa Zapata”, una meravigliosa e complessa residenza fatta erigere dall’antica e nobile famiglia aragonese degli Zapata a partire dalla fine del XVI secolo. Il museo è suddiviso in tre sezioni: quella archeologica (in cui è ricostruito un complesso nuragico ed è conservata una grande quantità di reperti), quella storico-archivistica e quella etnografica.
Dopo vi sposterete a Gesturi per una passeggiata sull’altopiano della “Giara”, dove vivono circa 600 cavallini (detti appunto “della Giara”), esemplari unici al mondo caratterizzati dalla piccola stazza.
In serata rientro a Cagliari.
Sveglia di prima mattina e colazione in hotel. Partenza per l’area archeologica di Nora, città fenicio-punica e romana, patrimonio dell’archeologia sarda, situata sul promontorio di Capo Pula tra mare e stagni.
Potrete ancora osservare la necropoli fenicia, il complesso abitativo e il tophet punico, il bellissimo teatro, costruito agli inizi del I secolo a.C., le strutture termali, spesso decorate da magnifici mosaici databili tra il II e il IV secolo d.C. Lo scenario è molto suggestivo. La cooperativa che gestisce il sito permette di fare interessanti visite guidate.
A Nora troverete anche la chiesa di Sant’Efisio, meta della storica processione che ogni anno proviene da Cagliari in onore del Santo martire, giovane soldato inizialmente arrivato per perseguitare i cristiani e poi convertitosi alla loro stessa fede.
Dopo vi sposterete a Chia, nota località di vacanza con spiagge incantevoli tra cui Su Giudeu e Cala Cipolla.
Percorrendo una strada tra natura incontaminata e tratti di costa, arriverete fino a Capo Spartivento, che segna il limite tra il golfo di Cagliari e quello di Teulada.
Giungerete poi a una delle spiagge più belle dell’isola: Tuerredda!
Da qui proseguirete verso Sant’Antioco, l’isola più grande della Sardegna, collegata alla terraferma da un istmo. Si tratta di una città fenicio-punica, ora borgo di mare dal fascino speciale.
Potete iniziare con una passeggiata nell’area archeologica, fra tophet (santuario), catacombe e necropoli.
Potete poi fare un giro nel centro e visitare la basilica di Sant’Antioco.
Da non perdere una visita al museo di Chiara Vigo, ultimo maestro del bisso marino (seta del mare), cioè una tessitura finissima che si ottiene dalla bava di un mollusco che solidificandosi va a formare un bioccolo.
Va fatto un giro lungo le coste dell’isola: sabbiose a nord e alte e frastagliate a sud.
Portixeddu è la spiaggia più vicina alla città, contornata da vegetazione e da rocce chiare; è in ciottoli come quella di Turri.
Maladroxia è invece in sabbia fine e grigiastra, e sui fondali ci sono acque termali conosciute già dai Romani.
Superato lo stagno di Santa Caterina, in cui nidificano fenicotteri e cavalieri di Italia, si arriva all’ampia spiaggia di Coqquaddus.
Arrivando alla scogliera nota come “Arco dei Baci”, si sta su una scogliera scura che si eleva di 200 metri sopra il mare; si va poi a Cala Sapone con scogli piatti e imbiancati dalla salsedine in cui già i Fenici pescavano i tonni.
Prima colazione in hotel. Se non si è concluso il giro delle spiagge ieri, lo si può terminare questa mattina.
Passeggiate poi per le vie di Calasetta, borgo caratteristico dalle case bianche, fino al porto, dove prenderete il traghetto per arrivare in circa 40 minuti all’isola di San Pietro, con le sue scogliere alte e frastagliate che digradano su acque trasparenti e si aprono su incantevoli insenature: Cala Vinagra, un fiordo che termina nella splendida spiaggetta di Cala Fico, e Capo Sandalo, dominato dal faro più a ovest d’Italia.
A sud si trova il simbolo dell’isola: due faraglioni detti “Le Colonne”.
L’unico centro abitato è Carloforte, che risente dalle influenze liguri e sarde (si parla il “Tabarchino” un dialetto genovese).
I Carlofortini discendono dai pescatori di corallo di Pegli, esuli dell’isola di Tabarka, ai quali Carlo Emanuele III di Savoia donò l’isola.
La pesca del tonno ha reso l’isola celebre nel mondo. Da non perdere è la seicentesca tonnara, a La Punta, dove potrete fare un viaggio a ritroso nel rito della mattanza.
Rientro a Sant’Antioco in serata.
Prima colazione in hotel. Partenza verso Nebida e Masua. Se non ci fossero un clima mite e la macchia mediterranea, si potrebbe quasi pensare di essere in Irlanda, viste le scogliere mozzafiato. Siete in una delle zone più selvagge di Italia, ricca di miniere abbandonate.
Nebida è un piccolo borgo ottocentesco, frazione del comune di Iglesias (da cui dista circa 15 km). A ricordarvi l’Irlanda sono proprio i 5 faraglioni, testimoni di erosioni marine: lo scoglio “il Morto”, lo scoglio di Portu Nebida (detto anche “il Veliero”), i 2 faraglioni S’Agusteri davanti alla spiaggia di Portu Banda e infine, in lontananza, il maestoso e famoso Pan di Zucchero, alto 133 m e con una superficie di 3,72 ettari, traforato nelle pareti sud e nord da due grandi archi all’interno dei quali si creano fenomeni carsici con gallerie percorribili anche in barca.
Di fronte troviamo la spiaggia dell’altra piccola frazione di Iglesias, l’omonima Masua, denominata anche “il Molo” per la presenza, a nord, di un vecchio molo in cemento che ora viene utilizzato come trampolino per i tuffi.
L’arenile è caratterizzato da una forma a mezzaluna con il fondale di sottile sabbia mista a ghiaia e scogli sparsi.
Alle spalle si estende il complesso minerario di Masua di cui sono visibili porto Flavia e il Museo delle macchine da miniera. Il primo prende il nome della figlia dell’ingegnere Cesare Vecelli che lo progettò. Si tratta di un edificio di servizio alle miniere particolarmente suggestivo, sospeso tra mare e cielo, costruito tra il 1922 e il 1924 nella roccia calcarea per facilitare il trasporto del minerale da caricare direttamente sulle navi tramite un pontile a sbalzo. Il Museo delle macchine da miniera, invece, si compone di circa una settantina di grandi macchinari utilizzati durante le attività minerarie oltre che diverse attrezzature e utensili: il piccone, i martelli pneumatici, i carrelli, le pale meccaniche, i vagoni per il trasporto dei minerali e dei minatori.
Vi sposterete poi verso la vicina Cala Domestica un piccolo fiordo incorniciato da alte falesie e dominato da una torre spagnola.
Le acque sono di color smeraldo, e qui storia millenaria e natura selvaggia si fondono in uno scenario unico.
Fino al 1940 da qui si imbarcavano minerali estratti dalle miniere, perciò è un vero e proprio museo di archeologia industriale a cielo aperto.
Seguendo il sentiero sulla sinistra della spiaggia salite anche fino alla torre: avrete la possibilità di ammirare panorami ineguagliabili.
Raggiungete Buggerru e, se avete ancora un po’ di tempo, fate una passeggiata sulla spiaggia del paese, premiato da Legambiente e Touring Club.
Il paese sorge su un ex villaggio minerario, risalente al 1864, sovrastato dall’uscita della Galleria Henry, un tempo percorsa da un treno a vapore che trasportava il minerale estratto, oggi attrazione turistica.
Pernottamento a Buggerru.
Prima colazione in hotel. Possibilità di visitare la galleria Henry.
Partirete poi per Ingurtosu, un tempo una delle miniere più grandi e produttive della Sardegna. Oggi è un villaggio fantasma vicino alla costa centro-occidentale dell’isola, parte del parco geominerario, e nel 1997 è stata inserita nella rete Geo-Parks dell’Unesco.
Si trova nella valle de Is Animas, che si spinge sino alle dune di Piscinas, gioiello della Costa Verde, dove sono abbandonati vagoni usati per il trasporto di materiale estratto. È stato per oltre un secolo il centro direzionale di due miniere, quella omonima e Gennamari, che facevano parte del complesso di Montevecchio. Oggi è un villaggio diroccato e deserto ma molto suggestivo, sembra quasi un villaggio del Far West.
Da qui vi sposterete verso una delle meraviglie del Mediterraneo, la spiaggia di Piscinas: una distesa di sabbia giallo ocra, contornata da una macchia mediterranea verde e rigogliosa e bagnata da acque mosse dal vento. Qui troverete dune fra le più alte d’Europa continuamente modificate dal maestrale.
Abbandonata questa meraviglia andrete in direzione di Oristano.
Fate un giro per la cittadina, che ha vissuto un glorioso passato (è stata la capitale del regno di Arborea in epoca gudicale), abbellendosi negli anni di palazzotti e fortificazioni.
Ammirerete la torre di Mariano e il monumento della Giudicessa Eleonora (1881), promotrice della Carta de Logu, uno de primi codici di leggi scritte in Europa.
Imperdibili anche il museo Antiquarium Arborense, all’interno del palazzo Parpaglia, dove ammirerete reperti provenienti dagli scavi di Tharros, la chiesa di San Francesco, in stile neoclassico, la chiesa di Santa Chiara, raro esempio di stile gotico nell’isola, e la cattedrale di Santa Maria Assunta (del 1130).
Pernottamento a Oristano.
Prima colazione in hotel. Attraversando lagune e peschiere, arriverete a San Salvatore, un piccolo villaggio di pescatori dove cui sorge una chiesetta campestre in cui sono conservati ipogei di oltre 6000 anni fa destinati ai culti pagani.
La fama di questo piccolo villaggio è dovuta anche al fatto che è stato set cinematografico di Spaghetti western di Sergio Leone.
Costeggiando lo stagno di Cabras, vi sposterete poi a San Giovanni di Sinis, dove potete visitare la chiesa bizantina, sostare sulla splendida spiaggia, arrivare a piedi o con un trenino gommato fino a Capo San Marco (set di un recente film italiano), visitare le rovine dell’antica città di Tharros fondata alla fine dell’VIII secolo a.C. o nel VII da genti fenicie in un’area già frequentata in età nuragica.
Da qui andrete alla scoperta di altre meraviglie della natura nell’area marina protetta della penisola del Sinis, e arriverete fino a quella che ne è una perla: Is Arutas, centinaia di metri di spiaggia formata da veri e propri chicchi di quarzo colorati e bagnata da acque turchesi e cristalline. Rimarrete senz’altro affascinati perché è di rara bellezza; se il sole è molto forte si consiglia di usare una protezione solare elevata, perché il quarzo ha il potere di riflettere i raggi su di voi.
In serata rientro a Oristano.
Prima colazione in hotel. Trasferimento all’aeroporto di Cagliari, restituzione della macchina a noleggio e imbarco sul volo di rientro.
Il soggiorno è previsto in hotel 3/4 stelle con parcheggio a disposizione e situati in zone centrali o comunque ben collegate al centro.
La Sardegna è un’isola dalle radici antiche, con cultura e tradizioni millenarie, e nel vostro viaggio vi renderete conto di questo e dell’orgoglio dei sardi che cercano di mantenerle vive.
Durante il viaggio percorrerete anche strade tortuose e affascinanti, con panorami mozzafiato e spesso deserte. I panorami cambieranno di continuo e vi renderete conto di come l’isola sia variegata.
Il clima mite permette di fare questo itinerario in tutto l’anno.
Non meravigliatevi se incontrerete giornate ventose: è una caratteristica della zona che noterete anche dagli alberi di ginepro forgiati dal maestrale.
Lasciatevi conquistare dalla gastronomia sarda accompagnata dai suoi vini.
A Oristano bevete la Vernaccia, vino doc eccellente con il dessert.
Infine un avviso importante: è severamente vietato portare via dalle spiagge sassi, conchiglie e sabbia. Negli aeroporti dell’isola sono molto attenti e, se durante i controlli veniste sorpresi con qualcuna di queste cose, potreste avere spiacevoli conseguenze.
Quote per persona in camera doppia da € 900
volo a/r + 7 pernottamenti con colazione + noleggio auto
Pacchetto interamente personalizzabile.
Volo dalle principali città italiane.
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