Mentre gli operatori del settore iniziano a discutere delle misure di sicurezza per passeggeri e ospiti, i viaggiatori si chiedono se viaggiare sarà bello come prima. Il “torneremo a viaggiare”, nato come hashtag di buon auspicio per condividere ricordi di viaggio e desideri di partenze future, si sta trasformando in una domanda tra i viaggiatori: torneremo a viaggiare senza paura?

Nell’incertezza del momento, dettata dal numero limitato di dati scientifici e dall’impossibilità di fare confronti con casi precedenti, ci si affida alle indicazioni istituzionali e si aspetta la definizione di protocolli e restrizioni: distanze tra gli ombrelloni? Divieto di assembramenti con nuove regole per vivere gli ambienti comuni delle strutture turistiche e i luoghi pubblici? Regole di igiene restrittive per i gestori e distribuzione del kit mascherina-guanti-soluzione idroalcolica a tutti gli ospiti? La misurazione della temperatura sarà la regola in aeroporto? Sembrano tutte ipotesi ragionevoli ma non sono altro che ipotesi, valutazioni o, al più, pratiche messe in campo dai singoli operatori turistici per trasformare l’attesa in preparazione, per accorciare i tempi del ritorno all’operatività.

Una volta definite regole e limitazioni, la vera differenza la faranno però i viaggiatori che, per ragioni comprensibili e condivisibili, potrebbero desiderare una buona misura di distanziamento sociale per molti mesi a venire, a prescindere dalle indicazioni istituzionali.

Photo by Timo Stern on Unsplash

 

Una volta definite regole e limitazioni, la vera differenza la faranno però i viaggiatori che, per ragioni comprensibili e condivisibili, potrebbero desiderare una buona misura di distanziamento sociale per molti mesi a venire, a prescindere dalle indicazioni istituzionali. Che sia scelta consapevole o riflesso condizionato, mantenere una “sufficiente distanza” dagli altri potrebbe passare da misura imposta a scelta di cautela. In questo senso gli operatori si aspettano che i viaggiatori favoriranno il turismo di prossimità, il turismo lento, subiranno il cosiddetto effetto cocooning (bozzolo): la riscoperta di luoghi vicini a casa, meno frequentati, raggiungibili in autonomia, che diano la sicurezza di poter disporre di se stessi, senza rischi di ritrovarsi bloccati chissà dove e di assistenza medica in una lingua che non sia la propria.

Come andrà lo sapremo comunque solo poi, perché ci sarà chi, pensando che “tanto gli altri stanno vicini”, sceglierà di andare un poco più lontano, chi comunque percepirà la montagna come più pericolosa della città e dei suoi musei e luoghi d’arte, con ingressi contingentati e code disciplinate. E magari anche chi, ferie e budget permettendo, potrebbe scegliere di spendere di più per accedere a proposte di lusso, esclusive per definizione, e quindi capaci di coniugare distanza e tranquillità grazie ad alti standard igienico-sanitari e di assistenza.

Magari ci sarà chi, ferie e budget permettendo, potrebbero scegliere di spendere di più per accedere a proposte di lusso, esclusive per definizione, e quindi capici di coniugare distanza e tranquillità grazie ad alti standard igienico-sanitari e di assistenza.

Photo by Alexandre Chambon on Unsplash

 

A fare la differenza sarà in pratica l’intensità del tira e molla tra il bisogno di vicinanza al domicilio e il desiderio di abbandonare casa dopo le lunghe limitazioni di questo periodo, tra il bisogno di sicurezza e il desiderio di evasione, tra la predisposizione a pazientare in attesa di certezze e quella di lanciarsi nell’ignoto, con o senza il brivido del rischio.

Quindi torneremo a viaggiare senza paura? Noi siamo fiduciosi che succerà, per ciascuno a suo modo e a suo tempo.