Hai mai visto il film Prima di domani, in cui una ragazza rivive in continuazione la stessa giornata, fino a quando non trova il modo per spezzare il circolo vizioso? Per me è il giorno prima della partenza a ripetersi sempre uguale, cioè vivo tutta la giornata chiedendomi «Ma perché l’ho fatto?».

Sono diventata molto consapevole dei miei pensieri, so bene perché questo succede: ogni volta che esco dalla mia zona di comfort, la mente mi lancia un allarme. È inevitabile, fa parte degli istinti primari. E a me, viaggiatrice incallita, succede il giorno prima di ogni partenza. Per quanto sia allenata, questo meccanismo si riattiva sempre. E ho imparato che l’importante è non lasciarsi bloccare, imparare a gestire la reazione per non perdere la possibilità di dare vita a nuove iniziative, vivere nuove avventure, affrontare tutti i viaggi e le esperienze che si hanno a disposizione.

Ogni volta che esco dalla mia zona di comfort, la mente mi lancia un allarme.

Ho un progetto al riguardo, ho in mente un viaggio che coniughi momenti spensierati e un’esperienza di crescita personale, un viaggio per sperimentare l’abbandono della zona di comfort. Un po’ come lanciare una sfida a se stessi dicendosi “Andiamo a vedere che cosa c’è dietro questa paura”. Ci sono diversi passaggi per uscire dalla zona di comfort, sono una sequenza che va rispettata. Non è utile fare bungee jumping per scoprire di avere coraggio, la strada verso nuovi confini è un percorso, e lanciarsi nel vuoto anziché percorrerlo tutto può essere controproducente.

Ci sono diversi passaggi per uscire dalla zona di comfort, sono una sequenza che va rispettata. Non è utile fare bungee jumping per scoprire di avere coraggio.

Io, per esempio, ho iniziato viaggiando da sola, poi sono partita con il mio fidanzato, poi con marito e figli e alla fine si sono aggiunti anche i nonni. La mia zona di comfort aveva a che fare con il peso della responsabilità: gestire quella verso me stessa era completamente diverso da gestire quella versi i miei figli piccoli o i miei genitori maturi. Un allenamento graduale mi ha permesso di arrivare a spostare i confini della mia zona di comfort, a ingrandirla sempre di più. Ma un percorso simile riguarda la scelta delle mete di viaggio: si comincia da qualcosa di semplice che ci assomiglia ma che ci fa mettere comunque in gioco, per poi salire di un grandino e, in un crescendo sempre più emozionante, si arriva a regalarsi mete che una volta ci si sarebbe limitati a sognare.

La mia zona di comfort aveva a che fare con il peso della responsabilità in viaggio: gestire quella verso me stessa era completamente diverso da gestire quella versi i miei figli piccoli o i miei genitori maturi.

Credo sia bello poter guardare indietro e scoprire di sapere qualcosa di più di allora. Ripetere continuamente le stesse abitudini non consente nessuna crescita, nessun salto evolutivo, guardando indietro non ci si scopre differenti. Il viaggio è un’occasione unica, semplice, per crescere. Io dico sempre che non si torna mai da un viaggio uguali a come si è partiti, e che questo è il vero senso della vita. Eppure non è tutto immediato, a volte si fa fatica. Ecco perché ti propongo di volare a Gran Canaria nella primavera del 2020: ti aiuterò a mettere a fuoco quello che ti blocca nell’abbandonare la tua zona di comfort, a superare quei blocchi e a iniziare un percorso che potrebbe non solo portarti a visitare bellissimi paesi nel mondo, ma anche regalarti un’altra pelle, una nuova visione della tua vita.

Ho in mente un viaggio che coniughi momenti spensierati e un’esperienza di crescita personale, un viaggio per sperimentare l’abbandono della zona di comfort..

A forza di spostare la mia zona di comfort, ho lasciato l’Italia e mi sono trasferita nel mio paradiso, Gran Canaria. Ed è proprio da qui che voglio farti partire, da un sogno diventato realtà. Io ti aspetto, curiosa di conoscerti. Sappi che la decisione di partire è il primo passo per lasciare la tua zona di comfort; se troverai scuse e impedimenti per non prenderla, significa che una parte di te cerca di trattenerti nella sicurezza di quello che conosci. Noi potremmo iniziare a lavorare insieme proprio occupandoci di questa scelta: che cosa senti? Che cosa accade dentro di te quando pensi di prendere la decisione di partire? La senti quella fiammella di gioia che ti scalda il cuore all’idea della partenza? Puoi dirmelo qui nei commenti, oppure scrivermi.