Quelli che vogliono farsi passare per motociclisti veri chiamano il passeggero zavorra o zainetto. Il secondo appellativo, in qualche modo comprensibile per i passeggeri di moto da corsa, che viaggiano con il sedere in aria e possono apparire a tutti gli effetti lo zaino di chi guida, sembra applicarsi meno ai passeggeri delle moto da strada, comodi grazie a schienali e ampie sedute. La questione di fondo, però, è che il passeggero è vissuto sempre con fastidio da chi guida la moto, da qui la versione “zavorra” per mettere in chiaro che si tratta comunque di una scocciatura.

Se non si prende la questione troppo sul personale, si scopre che viaggiare da zainetti ha vantaggi considerevoli, in particolare d’estate: si prende aria, ci si gode il paesaggio, si scoprono nuove destinazioni e si può cantare imputando al vento la colpa di qualunque stonatura. E questo lo posso dire per esperienza personale. Gli zainetti più arditi, o quelli con più esperienza, possono anche arrivare a concepire nuove teorie sull’universo. Questo, invece, ho iniziato a pensarlo dopo l’incontro casuale con un zainetto anonimo brizzolato durante un aperitivo fronte lago di Endine.

Se non si prende la questione troppo sul personale, però, si scopre che viaggiare da zainetti ha dei vantaggi considerevoli, in particolare d'estate: si prende aria, ci si gode il paesaggio, si scoprono nuove destinazioni e si può cantare imputando al vento la colpa di qualunque stonatura.

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«Non so com’è per te. Ma a me, da giugno in poi, capita sempre di incontrare qualcuno che mi urla in faccia perché è felice che è iniziata l’estate. “Finalmente è arrivata l’estate!” mi gridano. Che poi il motivo della soddisfazione non lo capisco, visto che se ne stanno protetti dal colpo di calore grazie all’aria condizionata». Fa una pausa per bere un sorso di birra e poi riprende: «Poi oggi ho capito che aspettano il fine settimana per sfogare la loro gioia. Io sono in giro con mio marito da stamattina e non ho trovato un’ansa di fiume libera da asciugamani o una spiaggia del lago che non profumasse di carne alla griglia».

Non avevo ancora capito che stesse parlando con me e lei stava già spiegando che la folla dei vacanzieri del fine settimana è colpa della pandemia: la limitazione negli spostamenti ha reso ogni meta fuori porta affollata per via di chi si deve accontentare dell’Italia non potendo puntare all’estero, e di chi deve smaltire il desiderio di spostamento accumulato nei mesi invernali. «Di vuoto restano solo le case. Soprattutto adesso che hanno tolto anche l’obbligo della mascherina all’aperto e ci si può abbronzare a viso intero. Mi sembrano tutti in giro in topless!».

La folla del fine settimana è il semplice risultato della formula magica "è finalmente arrivata l'estate", per cui tutti scappano fuori, all'aperto, possibilmente con una quota d'acqua o d'aria con cui rinfrescarsi.

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Avrei voluto dirle che la mia teoria da zainetto meno esperto è che sia sempre stato così, che la folla del fine settimana è il semplice risultato della formula magica “è finalmente arrivata l’estate”, per cui tutti scappano fuori, all’aperto, possibilmente con una quota d’acqua o d’aria con cui rinfrescarsi. Ma non avrebbe mai retto il confronto con la teoria del topless. Poi, per mia fortuna, il marito ha iniziato a chiamarla da lontano, con l’aria di chi è spazientito dal ritardo del suo zainetto.