Il mio viaggio a Favignana è nato un po’ per caso, senza troppe aspettative, organizzato all’ultimo momento con l’intenzione di partire sola. Era da qualche anno che non tornavo in terra sicula e, nonostante l’avessi già visitata “tutta”, mi mancavano le isole Egadi. Così la mia scelta è caduta su questo arcipelago selvaggio, e la mia partenza solitaria si è trasformata in un vero e proprio viaggio tra donne di famiglia. Prima di partire ero preoccupata del clima di fine settembre, invece, appena messo piede su suolo siciliano, la mia iniziale angoscia è scomparsa: a Trapani era ancora piena estate, 27 °C di sole intenso.

Alcuni luoghi di Favignana richiamano zone aride messicane con la loro terra rossa, le strade non asfaltate, le radure circondate da grandi cactus. Poi in lontananza compare un personaggio con coppola in testa e la fantasia immediatamente svanisce.

Sono arrivata alle Egadi in aliscafo da Trapani. In 30 minuti di navigazione ho raggiunto Favignana, che, con i suoi 33 km di coste frastagliate, è la più grande delle isole Egadi (che comprendono anche Marotta e Levanzo e gli isolotti di Maraone e Formica). In passato è stata resa famosa dalla tonnara della famiglia Florio: edificata nel 1859, resta ancora oggi uno dei simboli dell’isola. La pesca del tonno rappresentava l’unica forma di sostentamento per la maggior parte degli isolani. Il rito della mattanza avveniva con sistemi di reti integrate a formare canali per convogliare i flussi di tonni che, nel mese di maggio, migravano in cerca dell’habitat ideale per la riproduzione. Oggi l’ex stabilimento Florio è adibito a museo ed è un vero gioiello di archeologia industriale.

Favignana è un’isola arida e selvaggia, con un piccolo centro dove si trova la maggior parte delle strutture ricettive, ristoranti tipici e negozi, e che rappresenta “la vita” dell’isola. Fatta eccezione per il monte Santa Caterina, l’isola è pianeggiante, quindi si può visitare tutta in bicicletta. Non bisogna spaventarsi se non si è bene allentati: i negozi di noleggio forniscono anche comode biciclette elettriche! Ogni giorno è una scoperta di luoghi diversi, calette nascoste, grotte, cave di tufo, meravigliosi cactus e buonissimi fichi d’india. Alcuni luoghi richiamano zone aride messicane con la loro terra rossa, le strade non asfaltate, le radure circondate da grandi cactus. Poi in lontananza compare un personaggio con coppola in testa e la fantasia immediatamente svanisce.

Percorrere Favignana in bicicletta regala ogni giorno una scoperta: calette nascoste, grotte, cave di tufo, meravigliosi cactus e buonissimi fichi d’india.

Tra i luoghi che consiglio di visitare c’è sicuramente Cala Rossa, forse la cala più famosa di tutta l’isola (altre calette che mi hanno entusiasmata sono Cala Azzurra e Cala Rotonda). Ma non limitatevi a fare il bagno, perché Cala Rossa offre un piccolo percorso a picco sul mare lungo il quale si scoprono grotte, rocce, tufo e paesaggi imprevedibili. Favignana è un’isola adatta a tutti, tranne a chi è in cerca di lunghe spiagge in stile romagnolo, perché di sabbia se ne trova poca al di fuori del magnifico mare turchese, praticamente solo nella spiaggia di Lido Burrone.

Fatta eccezione per il monte Santa Caterina, Favignana è pianeggiante e, quindi, si può visitare tutta in bicicletta.

Dopo un bel bagno non si scappa dalla cucina sicula. Tutti sanno che la Sicilia non delude il palato, ma Favignana merita un apprezzamento particolare per il suo tonno che, in qualunque variante venga proposto, resta di una qualità superiore. E poi c’è il pistacchio: perché non svegliarsi al mattino e sostituire lo zucchero del caffè con un cucchiaino di crema al pistacchio? Dolci, caffè, granite, creme, pastasciutta, tonno al pistacchio. La festa del palato per gli amanti di questo frutto verde!

Tra i luoghi di Favignana che consiglio di visitare c’è sicuramente Cala Rossa: non limitatevi a fare il bagno, perché Cala Rossa offre un piccolo percorso a picco sul mare.

A chi sta pensando di andare a Favignana consiglio di noleggiare il gommone: lo si può guidare senza patente nautica e spostarsi in autonomia tra le calette dell’isola. Chi non se la sentisse (o come me è partito con mamma al seguito che dice di no solo con lo sguardo) può farsi accompagnare da una persona del posto. Mentre se si vuole allungare il soggiorno, condizioni del mare permettendo, si possono raggiungere Marettimo e Levanzo in aliscafo e visitarle in giornata. Marettimo è l’isola delle grotte (quella del Presepio e quella del Cammello sono tra le più belle), mentre a Levanzo si può fare un po’ di trekking, cioè coprire a piedi i circa 5 km2 di superficie dell’isola e prendere il taxi del mare solo per raggiungere alcune calette. Io seguirò i miei consigli non appena mi ricapiterà l’occasione!