Spesso le persone che amano i viaggi sono interessate anche a temi psicologici, di benessere e di crescita personale. L’amore per la scoperta coinvolge certamente la conoscenza di nuove culture, ma include anche il viaggio metaforico che si può fare dentro se stessi, arrivando a conoscersi meglio. È nell’incontro di questi due percorsi di scoperta, esteriore e interiore, che nasce il travel coaching. Ma di che cosa si tratta di preciso? Eccolo spiegato in tre punti e una proposta.

1) Crescita personale e viaggio: qual è il legame?

Il viaggio è per definizione un’evasione dal mondo abituale, la condizione ideale per uscire dagli schemi che ci guidano nel quotidiano e per cambiare punto di vista e prospettiva. Questa caratteristica del viaggio diventa ancora più evidente se si viaggia in solitaria o se si parte con un gruppo di sconosciuti. L’essere soli o in compagnia di persone che non ci conoscono ci spinge fuori dalla nostra zona di comfort. Viaggiare da soli amplifica le emozioni e le sensazioni che arrivano da un mondo, una cultura, una città che ci sono nuovi. Mentre viaggiare con degli sconosciuti consente di presentarsi senza le etichette e i condizionamenti che tendiamo a indossare con le persone che ci conoscono e che sentiamo avere aspettative nei nostri confronti.

Il viaggio è per definizione un’evasione dal mondo abituale, la condizione ideale per uscire dagli schemi che ci guidano nel quotidiano e per cambiare punto di vista e prospettiva. Questa caratteristica del viaggio diventa ancora più evidente se si viaggia in solitaria o se si parte con un gruppo di sconosciuti.

2) Che cos’è il travel coaching?

Il travel coaching nasce dalla fusione di due percorsi: da un lato il viaggiare per scoprire mondi e culture lontane, dall’altro il viaggiare dentro se stessi per essere più consapevoli dei propri bisogni, delle proprie risorse, delle debolezze e delle aree di potenziale cambiamento.

Per me è stato il frutto di un’evoluzione naturale, l’incontro di due passioni: sono consulente di viaggio e travel blogger, oltre che counselor e coach.

L’idea su cui si fonda il travel coaching è che ogni destinazione ha significati specifici per ciascun viaggiatore e che esiste una destinazione adatta a ogni momento della sua vita. Ogni città, per esempio, ha una sua personalità da offrire a chi la attraversa e, come dice Calvino, «Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda».

Viaggiare in travel coaching significa partire con un obiettivo (o una domanda che non trova risposta) e farsi aiutare dal viaggio stesso, dal travel coach e dai compagni di viaggio, per decifrare la risposta e il percorso che conduce al raggiungimento dell’obiettivo personale, grazie a una maggiore esplorazione e consapevolezza di sé.

L’idea su cui si fonda il travel coaching è che ogni destinazione ha significati specifici per ciascun viaggiatore e che esiste una destinazione adatta a ogni momento della sua vita.

3) Come nasce un viaggio in travel coaching?

Ogni città ha le sue suggestioni, che spesso sono soggettive e simboliche. Con una collega counselor ho provato a esplorare questa idea, così è nato un elenco di città con associate una tematica, un pensiero, un aforisma, suggeriti dalla città stessa.  Poi abbiamo pensato di scegliere una destinazione per la quale elaborare attività esperienziali (di visita del luogo) e laboratori (da realizzare in hotel o in giro per la città) che fossero utili a sviscerare le tematiche che la città ci aveva suggerito.

La nostra scelta è caduta su Lisbona, la città delle partenze alla scoperta di Nuovi Mondi: ci è sembrava la meta ideale per il nostro viaggio simbolico e reale. Lisbona è anche la città del fado, lo struggente canto della saudade, la nostalgia per la perdita di qualcosa che è andato e difficilmente tornerà.

La proposta: 4 giorni a Lisbona

Le suggestioni del fado e della saudade mi hanno fatto pensare al “lasciare andare”, quella situazione in bilico tra voglia di cambiamento e paura dell’ignoto, desiderio di abbandonare schemi di comportamento che non ci appartengono più o persone negative per noi e la nostalgia per la perdita di ciò che è familiare e conosciuto. Qualcosa di simile alla sensazione che potevano provare i navigatori e gli esploratori, a cavallo tra il desiderio di scoperta e la nostalgia per quello che stavano lasciando.

Lisbona, la città delle partenze alla scoperta di Nuovi Mondi, ci è sembrava la meta ideale per il nostro viaggio simbolico e reale.

Quindi ho pensato di proporti 4 giorni a Lisbona per ascoltare il fado e la nostalgia e per imparare a lasciare andare. Non mancheranno momenti di divertimento in gruppo e di degustazione della cucina portoghese, alternati a momenti più introspettivi, di ricerca interiore. Visiteremo il centro città con una guida, per scoprirne i monumenti, i tram storici e i quartieri, a partire dall’Alfama con le sue stradine irte e strette. Ammireremo la città dall’alto del suo castello e il mare dalla torre di Belem; assisteremo a uno spettacolo di fado. Il tutto inframezzato da alcuni momenti di approfondimento. Utilizzando diverse tecniche (art counseling, tecniche proiettive, messe in atto simboliche), ci presenteremo agli altri membri del gruppo, lavoreremo sulle emozioni e sulla loro gestione e identificheremo quelle parti della nostra vita che vogliamo “lasciare andare”, per poi salutarle metaforicamente alla fine del viaggio.

Se vuoi partecipare a questa esperienza, ti do appuntamento a Lisbona dal 20 al 23 febbraio 2020.