Un fine settimana non basta mai per nulla, non riesci a fare tutto quello che vorresti nemmeno preparando una tabella di marcia da militare pignolo. In un weekend sull’altopiano di Asiago puoi fare due passi ad Asiago un sabato sera di piena estate indossando la felpa, rilassarti in un B&B in legno sfruttando la colazione da campioni preparata in casa dalle proprietarie, cercare di arrivare all’osservatorio astrofico senza raggiungerlo, percorrere il sentiero del Silenzio e decidere che una giornata la vuoi passare a Cima Grappa e a Bassano del Grappa anche se non sono sull’altopiano. Ma non puoi visitare il Museo della Tradizione Cimbra o tutti i sette comuni dell’altopiano: oltre ad Asiago, Enego, Foza, Gallio, Lusiana-Conco, Roana e Rotzo. “Ma ci puoi tornare”, dice una parente stretta. Il fatto che tu non la veda da prima del lockdown e abitiate a 10 km di distanza è una stonatura che fingi di non sentire.

A Bassano, visto che il Ponte Vecchio è impacchettato di impalcature per il restauro togliendo la poesia a ogni inquadratura, decidi di consolarti con i sentori della grappa.

Photo by Laura Antoniolli

 

Asiago, frazione Bosco

L’altopiano di Asiago ti restituisce le distanze, il verde torna a essere confine tra le cittadine e loro frazioni. Un comune è separato dall’altro da qualche chilometro di prati o boschi, e la stessa Asiago è frammentata, con località e frazioni distanti dal centro cittadino. Bosco è la frazione più settentrionale e il suo nome rivela che da lì in poi inizia il bosco, che hai solo il tempo di percorrere l’ultimo pascolo per capire se è quella la tua direzione.

La mattina apri la finestra della camera del B&B per rispondere al canto del gallo e fare meditazione al gong dei campanacci delle mucche. Non è desolazione quella che trovi qui, al contrario puoi scegliere di farti ospitare da Santina e sua figlia e passare una buona mezz’ora ogni giorno a scegliere se rinunciare alla brioche alla crema, fatta in casa, per fare spazio alla ricottina fresca di malga, o se ripiegare sul salato. Meglio un tagliere di salumi e formaggi o le piccole frittelle tonde alle zucchine colte dall’orto?

L’altopiano di Asiago ti restituisce le distanze, il verde torna a essere confine tra le cittadine e loro frazioni.

Photo by Giuliano Dall’Oglio on Pixabay

 

Il centro del paese è affollato, forse per la frescura che si respira a 1000 m di quota anche quando in pianura si superano i 30 °C. Ma Santina parla anche di una notte bianca: «Mai vista prima qui sull’altopiano. In genere d’estate organizzano la Notte Nera. Si spengono le luci del paese, si accendo le candele e si lasciano salire in cielo le lanterne volanti. Il 2020 è un anno pieno di stranezze». Persino l’osservatorio astrofisico è chiuso la sera, nonostante sia in posizione ideale per provare ad avvistare la cometa Neowise. Gestito dall’Università di Padova, ha definito alcune misure anti-Covid tanto comprensibili quanto irritanti.

Cima Grappa e Bassano

Abbandonare l’altopiano di Asiago e poi lamentarsi di non poterlo visitare al meglio è una contraddizione. Eppure, visto che per arrivare a Cima Grappa ci vuole un’ora e mezza in auto da Asiago, immagina quanto ci vorrebbe da Bergamo! Ogni scusa è buona per fare deviazioni e lasciare arretrati da recuperare in futuro, anche senza certezza che lo si farà. È con lo stesso spirito che imbocchi i 20 km di tornanti per raggiungere Cima Grappa e il Sacrario che si trova lassù, nonostante all’imbocco un cartello annunci che la strada è interrotta per frana dopo 12 km. Se non partissi non scopriresti che l’interruzione non la incontrerai mai e che conterai tornanti, ciclisti e parapendii.

Per arrivare a Cima Grappa ci vuole un’ora e mezza in auto da Asiago, immagina quanto ci vorrebbe da Bergamo!

Photo by Laura Antoniolli

 

L’altoparlante del Rifugio Bassano che chiama il n. 230 a recuperare il suo spritz al bancone del bar rende la dimensione del traffico d’alta quota, ma gli spazi ampi del Sacrario fanno in modo che si disperda. Il vento ti sussurra all’orecchio i numeri dei caduti e dei militi ignoti mentre scatti fotografie da ogni versante. Non riesci a lamentarti nemmeno della foschia che accorcia la visuale sulla pianura. Va bene così: il sole, la Storia e una deviazione che merita i 20 km di suspense per un eventuale obbligo di dietrofront. La lunga attesa per rifocillarsi la si evita tenendosi la fame per qualche tornante in discesa, giusto il tempo di incrociare un maso.

Per la grappa attendi Bassano. Visto che il Ponte Vecchio è impacchettato di impalcature per il restauro togliendo la poesia a ogni inquadratura, decidi di consolarti con i sentori della grappa. Il Museo della grappa Poli racconta la storia del distillato, l’evoluzione del procedimento e ti informa con cura della distribuzione geografica dei distillati nel mondo. Ma tu vai dritta alla sala che ribattezzi “dell’aromaterapia”: un vaporizzatore per ogni gusto che non provi uno per uno, solo perché non sai se e quanto il tasso alcolemico sia influenzato da quel che respiri…

Il sentiero del Silenzio

Il Sentiero del Silenzio, Porta della Memoria è un percorso circolare a metà tra sentiero nel bosco e mulattiera celebra i caduti della Grande Guerra.

Photo by Laura Antoniolli

 

In località Campomuletto, comune di Gallio, un percorso circolare a metà tra sentiero nel bosco e mulattiera celebra i caduti della Grande Guerra attraverso dieci installazioni di arte contemporanea. Si chiama sentiero del Silenzio, Porta della Memoria e offre l’occasione per un momento di riflessione, fatta di poche parole e di aria fresca, alternando passaggi in ombra a scorci di sole. Le mucche che vagano libere sulla strada che porta al rifugio Campomuletto, da cui parte il sentiero, sembrano funzionare da diga: la folla trattenuta in salita arriva a ondate e il parcheggio di fronte al rifugio si riempie in fretta. Come sempre finisci scacciata dalla folla. Riconquisti la strada e saluti l’altopiano di Asiago scattando un ritratto a un trittico di mucche al sole.