Non ho mai amato i viaggi di gruppo. Per questo, quando li organizzo, faccio in modo che siano piuttosto viaggi tra amici, in gruppetti ridotti e con la guida solo quando indispensabile: in vista del futuro viaggio ad Amsterdam (6-9 aprile 2022) per ammirare la fioritura dei tulipani e di migliaia di altri fiori ai giardini di Keukenhof, ho ritenuto di dover esplorare la città prima di andarci con il gruppo. Ci ero già stata diverse volte, ma mai con l’intento di acquisire dimestichezza con le strade, in modo da riuscire a gironzolare insieme ad altre persone senza divagare troppo.

Così, consultati gli orari e trovato un volo andata e ritorno in giornata a un prezzo irrisorio (senza bagagli è possibile), alle 2 e mezza del mattino sono partita in auto alla volta di uno degli innumerevoli parcheggi nei dintorni dell’aeroporto di Milano Malpensa. L’aereo è decollato con un’ora di ritardo perché ad Amsterdam erano in difficoltà a causa del vento (grazie, tempesta Eunice…).

Appena scesa dal treno che dall’aeroporto mi ha condotta alla stazione centrale, mi sono subito resa conto di trovarmi in un ambiente massimamente ostile: pioggia battente e un vento gelido tanto forte da rendere impossibile l’utilizzo di un ombrello. Primo risultato: la cartina si è sciolta (sì, a me piace girare con la mappa cartacea). Secondo risultato: acquisto di una mantella (l’ennesima… Ma perché non mi porto mai una di quelle comprate in un viaggio precedente?).

In vista del futuro viaggio ad Amsterdam (6-9 aprile 2022) per ammirare la fioritura dei tulipani e di migliaia di altri fiori ai giardini di Keukenhof, ho ritenuto di dover esplorare la città prima di andarci con il gruppo.

Photo by Valentina Caccavale

 

Era quindi impellentemente necessario adottare una strategia: trovare un riparo, studiare un pezzo del percorso (sulla mappa previdentemente salvata sullo smartphone, non su quella sciolta), percorrerlo a memoria, trovare un altro riparo, imparare un altro pezzo, percorrerlo e così via.

A mezzogiorno, preso atto di essere fradicia, sono salita su un tram e mi sono rifugiata al Foodhallen, per mangiare qualcosa e tentare di asciugarmi almeno un po’. Tra hamburger, sushi, polpette, hot dog, cibo biologico, pesce e pizza, in questo mercato coperto c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

All’uscita una bella sorpresa: niente più pioggia. Con un altro tram, sono tornata in centro e ho ripreso a camminare, riuscendo anche a scattare qualche foto. Ho individuato i moli da cui dovremo prendere i traghetti, ho provato la metropolitana, ho cercato i percorsi che avevo segnato sulla mappa. Alla fine, in una giornata ho camminato quasi senza sosta lungo gli itinerari previsti per 3 giorni. E sono riuscita a vedere zone di Amsterdam solitamente piene di turisti in una veste diversa, pressoché deserte.

La follia del meteo di Amsterdam mi ha consentito di attraverso luoghi della città deserti, quando in genere sono affollati di gente.

Photo by Valentina Caccavale

 

La sera, con il treno ho raggiunto l’aeroporto e sono tornata in Italia. Arrivo a casa ore 1:30 del mattino. Una sfacchinata. Perché l’ho fatto? Perché non ho resistito: una scusa per fare una “gita” (che poi è una scusa valida, visto che riguarda la buona riuscita di un futuro viaggio di gruppo) e un volo a prezzo bassissimo sono stati una tentazione troppo forte, anche per la follia del meteo di Amsterdam!