Il bisogno di cambiamento mi accompagna costantemente, e il modo migliore per soddisfarlo per me è viaggiare. Viaggiare mi apre la mente, mi fa cambiare prospettiva, mi fa scoprire aspetti del mondo e delle persone del tutto nuovi, mi arricchisce.
Con questo spirito, viaggio da sempre: ho cominciato con i miei genitori quando avevo meno di un anno, poi ho proseguito da sola. La costante: viaggi itineranti (con ogni mezzo). Insomma, se vado in Irlanda, non mi fermo a Dublino con una capatina a Kilkenny, ma faccio il giro completo dell’isola, con tutte le deviazioni possibili per scoprire dettagli e luoghi poco battuti, e prendo anche una barchetta per andare alle isole Aran.
In questo modo, ho girato in lungo e in largo tutta l’Europa, e poi l’Australia, dove ho attraversato il deserto in fuoristrada, volato in biplano, navigato in catamarano per andare a immergermi alla barriera corallina, scalato un ponte in cordata sotto la pioggia, gironzolato a cavallo per l’outback, lanciato boomerang nel bush, assaggiato cibi improbabili, pagaiato tra i coccodrilli, tenuto in braccio un wombat, conosciuto persone incredibili. Io viaggio così.
Degli Stati Uniti ho visitato una dozzina di stati on the road, e poi New York, Boston e le cascate del Niagara.
Così, in pratica, mi sono specializzata per tutta la vita nei viaggi self-drive e on the road. E nella loro organizzazione: per me il viaggio inizia mesi prima, quando decido una meta e, con l’adrenalina a mille, cerco informazioni, leggo guide, studio itinerari, scelgo, prenoto.
Di tanto in tanto accompagno qualche gruppetto in viaggio, e ne approfitto per conoscere tour operator locali validi, per esempio per l’India, le Filippine, il Senegal, la Colombia e molti altri.
Oltre a viaggiare, mi piace anche seguire corsi di formazione sulle destinazioni: così sono diventata Aussie Specialist (per l’Australia), Norway Expert, Copenhagen Specialist, Usa Ambassador… e non mi fermo qui.
Mi è parsa una buona idea che questo mio entusiasmo non solo per i viaggi in sé ma anche per i “preparativi” potesse essere impiegato per aiutare altre persone a organizzare al meglio la loro vacanza. Anche perché, così, è come se al viaggio partecipassi un po’ anch’io.